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Caso Mangione: su NewsNation va in onda in diretta un singolare “botta e risposta”

I giornalisti Alex Caprariello e Ashleigh Banfield, nel corso di un broadcast dal carcere in Pennsylvania dove è attualmente detenuto Mangione danno voce ai suoi compagni di carcere

New York 12 dicembre 2024 – Mentre negli Usa continua l’ondata di solidarietà nei confronti di Luigi Mangione, il presunto killer di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare ucciso la settimana scorsa a Manhattan con alcuni colpi di arma da fuoco, su NewsNation è andata in onda una singolare intervista.

I giornalisti Alex Caprariello e Ashleigh Banfield, nel corso di un broadcast dal vivo dallo State Correctional Institution Huntingdon, il carcere in Pennsylvania dove è attualmente detenuto Mangione hanno, in qualche modo, dato voce ai suoi compagni di carcere.
Posso confermare, dice il giornalista alla sua bionda collega, che in “questo momento, un momento abbastanza incredibile, i detenuti stanno proprio guardando ‘Banfield’, come avevano promesso che avrebbero fatto. Il tuo volto è proprio lì”. Caprariello si trova esattamente davanti al carcere, a pochi metri dall’alta rete di recinzione che ne delimita l’accesso. “Free him!”, “Liberate Mangione”, si sente gridare da dietro le sbarre.

Posso confermare, dice il giornalista alla sua bionda collega, che in “questo momento, un momento abbastanza incredibile, i detenuti stanno proprio guardando ‘Banfield’, come avevano promesso che avrebbero fatto. Il tuo volto è proprio lì”. Caprariello si trova esattamente davanti al carcere, a pochi metri dall’alta rete di recinzione che ne delimita l’accesso. “Free him!”, “Liberate Mangione”, si sente gridare da dietro le sbarre.

“Le sue condizioni fanno schifo”: sono loro, i detenuti. Rispondono in diretta alla giornalista che, dallo studio televisivo, vuole informazioni sulle modalità in cui è tenuto il 26enne il quale, al momento, sarebbe trattenuto in una cella singola. “Posso chiedere direttamente a loro se sono in grado di ascoltarmi, adesso, e rispondermi sì o no su una cosa: qualcuno di voi ha visto Luigi Mangione?” chiede Banfield dallo studio televisivo a Caprariello. La risposta arriva in diretta, amplificata dai microfoni posti direttamente sulle telecamere. “Nooo!” gridano i detenuti. E poi: “Free him!”, “Free Luigi”.

Ma torniamo indietro di qualche ora quando, in mattinata, il giornalista era arrivato davanti al penitenziario. Inquadrato dalle telecamere, stava parlando di Mangione e delle condizioni dello State Correctional Institution Huntingdon. “Finita la trasmissione – racconta Caprariello – mi sono girato e i detenuti hanno gridato ‘Le condizioni fanno schifo!’ E allora ho capito che i detenuti stavano guardando NewsNation”. Mi rispondevano. E potevano, in qualche modo, far sentire la loro voce.

“Questa è la più strana intervista che ho mai condotto” confessa la giornalista in studio. “Vale anche per me” le fa eco il collega, annuendo.

Fuori è buio e, mentre i due continuano a parlare, dalle finestre del carcere si vedono chiaramente le luci, all’interno delle celle, che si accendono e si spengono, ininterrottamente, in chiaro segno di protesta. E per far vedere che “loro”, i detenuti, sono lì. Che partecipano: “Free Luigi!” ripetono a squarciagola. Proprio come gridavano in mattinata, quando il sole era ancora alto e le loro voci, forse, erano meno roche.